L'attesa

16.09.2013 19:10

Il coraggio dell'attesa. Sì, ci vuole un gran coraggio nell'attendere. Dovrebbero insegnarcelo fin da bambini: saper aspettare con forza d'animo e distacco. Forse le donne sanno sopportare un po' meglio le attese. E' una loro attitudine naturale fin dai tempi più remoti. Si definisce "donna in dolce attesa" colei che metterà al mondo un bambino. Non per niente la parola "attesa" è di genere femminile. Ma non voglio cadere in una definizione sessista, dipende sempre dal tipo di attese e dal carattere personale.Tutta la vita è attesa, dal primo vagito all'ultimo respiro. Attendiamo il sorgere del sole e il calare della notte, l'alternarsi delle stagioni o più semplicemente l'attraversamento sulle strisce pedonali quando scatta il verde.

 

Una miriade di situazioni più o meno stressanti, tante quante sconfinate sono le attese. Viviamo costantemente tesi sul filo dell'attesa. Quello che ci frega sono le aspettative, non dovremmo averne mai. Un suo sinonimo dovrebbe essere la parola: pazienza. Difficile metterla in pratica in un mondo come il nostro dove si pretende tutto e subito. E' così complicato capire che il risultato di gioia per un'attesa è l'attesa stessa soprattutto se riguarda la sfera dei sentimenti e del sesso? Parrebbe proprio di sì, guardandoci attorno.

 

Se penso alle attese immagino me stessa seduta al tavolo di un ristorante in "attesa" delle diverse portate. Hanno svariati sapori, sanno di buono oppure no. Possono lasciare l'amaro in bocca o riempirtela di zuccero. Il sapore più o meno gradevole dipende dal risultato. Alcune devono necessariamente avere una scadenza limitata come un vasetto di yogurt per poter essere sopportabili e digeribili. Se poi capita di dover sostenere un'attesa con l'incognita x che si dimostra infinita e più aspetti e più il suo sapore si fa aspro come quello di un limone, allora, meglio non aspettare più.
   
    

          







 

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