Il tassello mancante

19.09.2013 15:18

Alla ricerca della tessera mancante come del Sacro Graal. Questo era il chiodo fisso di Luca. Ogni volta che si innamorava pensava: ecco, finalmente il pezzo mancante. Ma l'amore durava giusto il tempo di finire il puzzle nuovo.  Lui, appassionato di enigmistica con la mania per i puzzle, ci aveva riempito casa con quel gioco. Più che un passatempo era un modo per riordinare le idee. Ricercare le tessere da inserire negli incastri era come mettere ordine nella sua testa. Ogni pezzo nello spazio giusto lo faceva sentire meglio. In un certo senso era come se, inconsciamente, ricostruisse sé stesso, la sua vita. Usava quel gioco come un Mantra mentale per ricomporre il suo equilibrio interiore.
 
L'idea di noi esseri pensanti, pezzi di puzzle, somma delle nostre esperienze è sensata.  Ma come poteva credere, Luca, che l'amore fosse una sorta di puzzle? Che potesse essere contenuto in un gioco del genere? L'amore non ha limiti, l'amore non sta in una scatola. Era per colpa del suo carattere così pignolo con quella ossessione di tenere tutto sotto controllo, anche i sentimenti.
 
Cercava sempre tessere che fossero conciliabili con lui. Non considerava il fatto degli opposti che si attraggono. Da insegnante di matematica con una mente analitica non dava molta importanza alle emozioni. Si affidava, piuttosto, al calcolo delle probabilità di compatibilità tra caratteri simili. Il suo metodo, però, fino a quel momento si era rivelato un fallimento visto che prendeva una delusione dietro l'altra. Tutte quelle tessere dai diversi colori: se ne sentiva irresistibilmente attirato come da una calamita e ogni volta sperava fosse quella giusta. L'ultima relazione era stata talmente burrascosa da spezzarsi prima ancora che fosse ultimato il puzzle. Mancava solo una tessera.
 
Da quel momento è passato un anno. Il rompicapo è ancora sulla scrivania dello studio con quell'unico tassello mancante che, Luca, non sa neppure dove sia finito. Stranamente non ne ha comperati altri. 
 
Si è tuffato in nuovi incontri che lo lasciano ogni volta con l'amaro in bocca. Sta crescendo in lui il dubbio che quello che gli manca non sia l'amore, ma qualcos'altro di molto profondo. Forse è arrivato il momento di riconoscere il non sentirsi a proprio agio con il suo"io". Sarà perchè da bambino la mamma gli aveva sempre negato di giocare con i puzzle per paura che i pezzettini finissero sparpagliati in ogni angolo della casa che, da adulto, cerca instancabilmente di mettere insieme in maniera ordinatamente organizzata pensieri, parole e legami vari come se la sua vita fosse un puzzle da completare meticolosamente.
 
Ha chiesto consiglio all'amico psicologo, il quale gli ha esposto la sua visione: "Vedi Luca, il tuo bisogno di cercare continuamente, di cambiare non appena la novità non è più una novità, di non sentirti mai soddisfatto, di interrompere la relazione nel momento in cui potrebbe diventare importante, rivela un uomo in cerca di conferme e mostra una cosa: insicurezza. Sei attratto dalla parte femminile dell'io, quella che non potrai mai avere. Ma non è così che troverai quella tessera". 
"E cosa devo fare secondo te?" 
"Devi trovare te stesso, il tuo "io". Un lavoro non da poco, ma è l'unica soluzione al tuo problema. Quando riuscirai a stare bene con te stesso troverai quel tassello".
Luca è rimasto folgorato dalle parole dell'amico. Quella sera, rientrato in casa, si dirige deciso verso la scrivania dello studio. Con un movimento rapido, senza ripensamenti, fa scivolare tutte le tessere del puzzle dentro la scatola e la ripone in un cassetto. Il gioco è finito: l'adolescente deve cedere il passo all'uomo. 
 
 
                                        







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